sabato 2 luglio 2011

La Repubblica del Leone

La Repubblica del Leone


Oggetto di ricerca appassionata e di studio in Italia e fuori d'Italia, la storia di Venezia continua a essere ignorata dalla gran massa del pubblico italiano, a rimanere riserva di caccia per gli "addetti ai lavori". Per tutti gli altri, essa rimane, più o meno, fissa agli schemi tenebrosi e denigratori diffusi soprattutto dalla propaganda francese dopo spacciata l'antica Repubblica (un'opera sistematica di diffamazione che doveva costituire un alibi in più per la sopraffazione compiuta, una giustificazione alla quale si associava anche l'Austria che ne aveva tratto i migliori risultati). Alla denigrazione, poi, si è aggiunta una disinformazione sistematica, alla quale l'Italia postrisorgimentale non ha saputo né voluto opporsi, non rendendosi conto del vantaggio che certamente sarebbe derivato allo sviluppo del senso civico e della maturità politica nello Stato unitario da tanti esempi offerti dalla Serenissima in tanti momenti della sua travagliatissima storia. Anzi, anche la storiografia postrisorgimentale "seria" ha spesso preferito attingere, se mai, ai giudizi negativi espressi a suo tempo dagli storici fiorentini e specialmente da Machiavelli, per liquidare disinvoltamente gli oltre mille anni di storia veneziana con affermazioni che, certe volte, hanno rappresentato "cantonate" veramente madornali.

Anche "a grane faraonizzate nell'eternità", per dirla con Carlo Emilio Gadda, Venezia e la sua storia suscitano dunque ancora reazioni passionali, anche nell'austero mondo degli studiosi. È sempre stato così. Ed è una testimonianza di più, se ce ne fosse bisogno, della grandezza di Venezia. Ammirazione sconfinata e odio mortale erano stati, da sempre, il retaggio della Serenissima quand'era viva: il retaggio dei forti.

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